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lunedì 12 novembre 2018

Deep Fear - Recensione


Ahhh il Survival Horror! Quel tipo di gioco in cui si deve sopravvivere a mostri, calati in atmosfere poco rassicuranti...
Ne hai giocati tanti di Survival Horror, ed hai trovato titoli di ben dubbia ispirazione, ma con ottime idee di fondo.

Hai scoperto da qualche anno questo titolo, misconosciuto ai più, e ne sei rimasto colpito. 

Voi lo avete mai sentito nominare?
E se no, perchè?
Scopriamo assieme le peculiarità di questo titolo.





Prefazione:
Prima di sviscerare questo titolo, occorre una doverosa spiegazione sulla situazione vigente in quel periodo.

Negli anni '90 SEGA ha avuto un grande successo e uno 

sfortunato declino dovuto all'insuccesso del SEGA Dreamcast.
La compagnia aveva rincorso per molto tempo lo sviluppo di una console valida, che fosse in grado di superare la rivale Nintendo...
Cosa non facile perchè le tecnologie per la grafica in tre dimensioni in quel periodo erano ad uno stadio embrionale; 
Compagnie come la Philips e il fallimento di Atari  erano segno che il mercato non era ancora pronto a certi tipi di macchine.
La stessa SEGA non riuscì a far presa sul pubblico con il suo Mega CD e il Sega 32x e
Sony nel frattempo era intenzionata ad entrare sul mercato con una macchina che presentava la miglior grafica 3d del periodo. 



Tutti questi fattori spinsero al fatto che nel 1994 Sega Saturn fu lanciata sul mercato, anticipando di un mese l'uscita di Sony Playstation.
Purtroppo il Saturn non ebbe la fortuna toccata alla sua rivale, ne tanto meno del Nintendo 64 uscito ben due anni dopo: nell'arco di 
soli 5 anni la console resistette alla concorrenza, ma il suo sviluppo venne interrotto il 10 settembre 1998 per permettere alla divisione 
Hardware di dedicarsi al succitato Dreamcast.

Oltre ad annoverare fra il parco titoli conversioni dei suoi più celebri Coin-Up come Virtua Tennis e Virtua Fighter 2
Saturn vantava anche un titolo Survival Horror con ottime idee, che tuttavia passò inosservato in favore del più celebre Resident Evil 2.

Stiamo Parlando di Deep Fear, uscito il 30 giugno 1998 

Trama:
La trama di questo gioco deve molto al classico della fantascienza "The Abyss" girato da James Cameron nel 1986 e ne riprende il tema della base militare sottomarina.
Deep Fear è un Survival Horror in terza persona in cui impersoniamo John Mayor, un ex Navy Seal impegnato a combattere un infezione che ha invaso
la petroliera Big Table e che muta gli esseri umani in creature marine.



La trama ha un plot molto semplice, rifacendosi al genere Survival Horror mutuato dai film di Hollywood ma non per questo meno interessante. 
Il tutto è accompagnato da lunghi filmati 3d molto semplici ma esplicativi, e da una conclusione niente affatto banale.


Il tema dell'infezione e del virus tanto caro a Biohazard qui viene trattato in maniera leggermente diversa: John è infatti l'unico fra i suoi compagni a non accusare
i sintomi della malattia perchè afflitto da raffreddore, ed i batteri dell'infezione non lo colpiscono in quanto ostacolati da quelli della febbre.
Un espediente narrativo pò ridicolo, ma senz'altro originale.


Gameplay:
Ad una prima occhiata il gioco appare come l'ennesimo clone di Resident Evil e Alone in the Dark
Il personaggio principale si muove in un ambiente distinto da inquadrature fisse e fondali prerenderizzati
spostandosi nella struttura attraverso porte che si affacciano su altre stanze, intervallate da brevissimi tempi di caricamento.


Per difenderci saremo costretti ad impugnare armi da fuoco, ottenibili attraverso speciali schede in apposite armerie.
Pur prendendo spunto dalla "vecchia scuola" dei Survival Horror, Deep Fear presenta alcune novità nel gameplay che già nel 1998 anticipano titoli più odierni come Silent Hill e il più recente 
Dead Space; potremmo infatti sparare correndo o indietreggiando, ed utilizzare oggetti curativi in tempo reale.

I combattimenti sono estenuanti e il personaggio è impacciato e
goffo nei movimenti.
Tutte cose a cui il giocatore del tempo era abituato.

Questi andranno assegnati ad uno dei tasti dorsali del Pad tramite un apposito menù richiamabile sia dalla schermata di pausa che da uno dei tasti frontali.

Ci sono diversi tipi di oggetti da utilizzare in tempo reale fra cui Medikit e granate. 
Esistono 3 tipi di granate: stordenti, esplosive e granate ad aria.
Uno degli aspetti più interessanti di questo gioco è infatti la barra dell'ossigeno, che calerà drasticamente nelle sessioni subacquee e nelle stanze prive d'aria.

In alto a destra il livello dell'ossigeno nella stanza
In alto a destra gli HP e il consumo d'aria del protagonista

Per rimpinguare la barra bisognerà trovare le "AS" scatole gialle che ripristinano l'ossigeno nelle zone contaminate, oltre che fungere da punti di 
salvataggio.
Alti livelli di ossigeno in una stanza indeboliscono i nostri avversari rendendoli più facili da abbattere grazie all'ausilio delle granate ad aria.
Esistono poi 3 tipi di Medikit che riempiono gradualmente il contatore dell'energia dal più piccolo al più grande e che usati in tempo reale durante gli scontri salvano da morte certa.


Quello che forse appare più macchinoso in Deep Fear è il sistema di gioco che costringe a trovare un certo personaggio all'interno degli scenari per poter avanzare.
Trovare questi personaggi non è mai del tutto semplice a causa della vastità e complessità degli ambienti, ma una volta fatta un pò di pratica non sarà difficile capirne le  meccaniche.

In secondo luogo la possibilità di spostarsi mentre si spara agevola solo in parte il combat system, il personaggio di John è impacciato e i nemici sono coriacei;
dalle opzioni potremo impostare l'auto-puntamento che ci aiuterà a mirare immediatamente al nemico più vicino, ma non sempre con la dovuta accuratezza.


Non vi è mai eccessiva scarsità di munizioni o di oggetti curativi. Trovando una cassetta medica saremmo in grado di tenere nell'inventario ben 8 spray di
primo soccorso, inoltre gli indicatori di energia, aria e proiettili su schermo evitano di dover aprire il menù
per controllare lo stato di salute e proiettili.
Tutto questo però non facilità di molto le cose, la curva di difficoltà di Deep Fear è quantomai anomala: si impenna negli scontri con i boss ed alcuni nemici più ostici che resistono ai colpi ed infliggono molti danni, costringendo il giocatore a ricercare il loro punto debole.

E' fastidioso il fatto che  non tutte la Scatole d'Aria diano la possibilità di salvare, facendoci trovare in situazioni in cui dovremo affrontare nemici molto forti senza nessun punto di salvataggio nei paraggi.
Infine gli indicatori di ossigeno, munizioni, aria nelle stanze e scorte di proiettili possono essere disattivati dal menu' delle opzioni.

Longevità e grafica:
Il titolo si attesta sulle 5 ore ed è diviso su due dischi.
E' abbastanza lungo per via del back trekking e dei punti di salvataggio molto distanti fra loro.
La grafica non è il meglio che il mercato potesse offrire all'epoca 
-a causa delle limitazioni tecniche del Saturn- ma gli ambienti prerenderizzati sono resi nel migliore dei modi.


Gli scenari spaziano e cambiano in continuazione fra corridoi asettici, laboratori e navi che si "ribaltano" rendendo il procedere nel gioco molto vario.
Il design delle creature -curato dal mangaka Yasushi Nirasawa- e' affascinante ma non sempre accattivante e spazia da mostriciattoli orrendi con tentacoli a umanoidi femminili dalle sembianze sensuali. 




Dal punto di vista del look visivo lo stesso Resident Evil Code: Veronica deve molto a questo misconosciuto 
Survival Horror.

Nell'anno 2009 Gamesradar ha incluso Deep Fear fra i "potenziali franchise non sfruttati":

"This atmospheric survival/horror game also used limited air supplies and moody silence to create tension (see Dead Space.) 
Though we’re puffing at the gills for BioShock 2, we’d love to get our feet wet in another Deep Fear game"

-Nero-

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