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giovedì 11 novembre 2021

Vita da Carlo - La recenZione


Chiariamoci subito; consideri il cinema italiano morto da quarant'anni.
E non ami le serie TV

Viste queste due premesse, non avresti mai visto Vita da Carlo, di tua spontantea volontà ma -inaspettatamente- ti ha piacevolmente stupito la sua visione

Scopriamo perchè

Vita da Carlo è Carlo Verdone che interpreta se stesso.
Questa è una delle ragioni che ti hanno mosso a seguirlo, perchè la verità è che Carlo Verdone non ti ha mai fatto impazzire, ma è un mostro sacro del cinema italiano, l'ultimo mostro sacro vivente del vecchio cinema italiano, e ti sei mangiato letteralmente tutte le sue interviste sulla realizzazione dei suoi film, in cui raccontava episodi memorabili degli incontri con Sergio Leone e Mario Cecchi Gori.


Ad averti spinto a vederlo è stato anche il trailer, che presentava appunto tutta la sequela di situazioni che ha dovuto sopportare il povero Verdone in 45 anni di carriera: dall'incontro col produttore che gli sbraita addosso perchè deve "tornare a fare film coi personaggi!" come faceva ad inizio carriera, ai fan che lo fermano per strada per chiedergli di recitare le battute di Bianco Rosso e Verdone.



Tutte situazioni reali di cui ricordi esempi precisamente uguali che lo stesso Verdone aveva ricordato affettuosamente nelle sue interviste: come quando disse che durante la produzione di Borotalco Sergio Leone e altri produttori che lo avevano seguito fino ad allora si defilarono, sapendo che doveva interpretare un film in cui non vestiva variopinte maschere. 
O come quando Mario Cecchi Gori lo sfotteva a partire dalla lettura della prima bozza di Compagni di Scuola <<codesto film non è bono>> gli diceva con marcato accento toscano. 
O come quella volta che un romanista lo fermò per strada dicendogli, testuali parole: <<grazie per avermi dato bellissimi personaggi e n'infanzia demmerda>>.

Vita da Carlo, paradossalmente, è la vita di Carlo Verdone. Aldilà della farsa.


A fargli da spalla in divertenti siparietti spesso e volentieri è Max Tortora, caratterista comico che anche quando non veste i panni di una maschera, è divertente come non mai. 
Max Tortora viene talvolta confuso dai personaggi della serie con l'amico di una vita di Verdone, quel Christian de Sica che è anche suo genero <<ah, ma lei è quello che ha fatto tutti quei bei film con i Vanzina?>>.

Infine ci sono i camei. Da Alessandro Haber a Roberto D'agostino, fino ad Antonello Venditti, in una sequela di sketch e gag da pisciarsi sotto dalle risate. 

Anche se, detta tutta, Antonello non sa recitare ed è meglio continui a cantare.

<<Sèmo invecchiati...>>

In conclusione:
Una piacevole sorpresa per te che del cinema commerciale italiano ne hai piene le palle. Un bel prodotto girato col cuore da una persona che -nel bene o nel male- è sempre stata all'interno del panorama e ha conosciuto i grandi registi e produttori degli anni d'oro di Cinecittà.


E oltre a dare questo sguardo cinico al mondo dello spettacolo (soprattutto odierno) fa anche ridere. Verdone non ti fa più ridere dai tempi di C'era un cinese in coma, per dirla tutta.
Se un problema c'è in questa serie è la lunghezza; 10 puntate da 30 minuti l'una è troppo tempo e lo spettatore a cui non interessa l'argomento finirà per non seguirlo tutto. 5 episodi un pò più lunghi sarebbero stati sicuramente l'ideale.

Ma da gran tempo a questa parte è una delle poche serie fatte da chi ha interpretato il cinema italiano a rappresentare il cinema italiano, anche su Prime Video
Il che non è un male.

-Nero-

2 commenti:

  1. Come già sai, lo stiamo vedendo anche noi, abbiamo visto le prime due puntate ed è una serie piacevole, si fa vedere..anche abbastanza divertente. Può competere agevolmente con le tante serie tv estere

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  2. Pensa che alcuni giornali lo hanno distrutto. Non hon parole. Però qualche puntata in meno avrebbe giovato sul ritmo.

    Poi mi dirai ;)

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