A cura di: Luca Candian
Contributi Addizionali: Marco Nero
Non c’è bisogno di renderlo un genio strategico e un manipolatore alla Hannibal Lecter; ci hanno provato di recente, ma la cosa risulta abbastanza forzata e tutto sommato superflua.
Bullseye uccide Elektra, l'interesse amoroso di Matt Murdock. uno degli eventi più tragici del mondo del fumetto |
La migliore
caratterizzazione di Bullseye è a mio avviso quella tracciata da Miller e
seguita recentemente da Bendis: una persona fondamentalmente squallida, le cui
azioni partono dalla gratuità e dalla grettezza. Ironicamente, ritengo che sia
proprio questo a renderlo un personaggio terrificante.
Si narra dei suoi natali infimi e della sua
infanzia all’insegna dell’abuso, ma non c’è traccia di dolore in lui. Diamine,
non c’è nemmeno rabbia o desiderio di rivalsa.
La prima
volta che uccide, si narra, è per uno sgarbo di natura sportiva. Durante una
partita di baseball un giocatore della squadra avversaria lo deride, e lui gli
tira una palla ammazzandolo sul colpo. “Centro”. È l’unico suo commento. Quello
che gli dà il nome. E' il succo di ciò che per lui consiste l’atto di uccidere:
qualcosa che gli viene bene, e tanto vale farsi pagare per farlo.
Bullseye non possiede poteri particolari, ma solo un innata abilità con le armi. è un assassino prezzolato, ma non solo: uccidere gli da una ragione per vivere |
Possiamo
benissimo parlare di psicopatia, ma sarebbe un errore considerarlo un serial
killer che mette sul mercato le sue pulsioni. Bullseye non uccide perchè deve,
perchè prova un impulso inarrestabile: lo fa perchè ha talento nel farlo. Non
ha nessuna visione di grandezza, nessun delirio motivazionale (a parte quel che
gli procura il tumore che per un certo periodo gli piaga il cervello). È un
“cattivo” per sua stessa compiaciuta definizione, e dal momento che nel “mondo
reale” i cattivi vincono, lui è un vincente e tutti gli altri poveri deboli
sfigati pronti a cadere come mosche… se gli va, o se lo pagano. Tutto qui.
Bullseye è anaffettivo. Solo uccidere gli provoca qualcosa, con l'omicidio dimostra di essere un vincente. |
Nessun
piano magistrale, nessuna ambizione, nessun desiderio di elevarsi da quello che
è. Quello che è e che fa gli va benissimo.
L’unica
cosa che gli dà motivazione emotiva è il rancore, ed è un rancore gretto,
infantile. Se Devil non muore, vuol dire che lui non è così bravo ad uccidere
come si dice, e questo non va bene: lo mette di malumore, ed è uno sgarbo nei
suoi confronti. Tutto questo si riduce ad un eterno sbattere i piedi,
possibilmente in testa a qualcuno.
Nient’altro.
Non c’è altra complessità, o pretesa di nobiltà.
Nient’altro.
Non c’è altra complessità, o pretesa di nobiltà.
Ed è questa fondamentale grettezza e gratuità a renderlo un personaggio da incubo, perchè stiamo parlando di un uomo che quando si guarda attorno vede solo oggetti con cui uccidere e bersagli da centrare. Non è forse questa la psicologia di chi può usare qualunque oggetto come arma? Non è addestramento, è istinto, è una basilare perversione psicologica. Non un portacenere, ma un proiettile. Non una sciarpa, ma un laccio per strangolare. Non una carta da gioco, ma qualcosa con cui tagliarti la gola.
Chissà, una
volta potrebbe farlo anche solo per noia… e non gli darebbe nemmeno tutto
questo piacere. Al massimo una fuggevole soddisfazione. “Centro”.
Magari si dimenticherà di te appena svoltato
l’angolo
-Luca-
Nessun commento:
Posta un commento