venerdì 25 dicembre 2020

Nascita, vita, morte e Miracoli di Capcom - Storia del colosso del mondo videoludico


Capcom, la casa dei sogni. 
Quella che per un decennio rappresentò per te e la tua generazione il TOP assoluto dei giochi d'azione assieme all'amata/odiata Konami.

Questo articolo lo hai scritto tempo fa, quando la casa sembrava senza idee e ormai con l'acqua alla gola. Hai stilato e riassunto un pò la sua storia.

Godetevelo.


Inizi
Dopo aver salvato il mercato mondiale dalla crisi del videogame datata 1983, in cui Stati uniti e Canada furono colpiti da un grande calo di vendite, case di produzione come Nintendo dominarono tale mercato resistendo al tempo e a numerosi avversari, fra cui la vecchia ATARI e l’ancora esistente SEGA.

Il fautore della crisi fu l'ET di Atari

Ma già nel 1983 faceva capolino una modesta azienda per la produzione di cabinati da sala giochi, denominata Japan Capsule Computers (da qui l’acronimo CAPCOM). 


Questa azienda, nata dalla fusione di diverse società, si fece strada nel mercato con videogame da sala indimenticabili:



Andando per ordine il primo videogame prodotto da Capcom per macchine “Coin Operated” fu Little League nel luglio 1983, ma la fortuna che riscosse nel campo dei cabinati cominciò con giochi come Vulgus del 1984.


Dopo l’uscita del primo Street Fighter nel 1987, prima dell’esplosione della serie con il secondo capitolo, 
Capcom si avventurò sempre di più nel mercato delle home console, sfruttando nel contempo la sua politica capitalista e i propri brand, proponendo versioni dello stesso titolo (di cui almeno 10 di Street Fighter II, con l’aggiunta di piccoli ritocchi al gameplay).

Street Fighter II fu un successo commerciale, come tutti conosciamo

Da una vecchia idea su un gioco sugli X-Men 
(X-Men: Children of the Atom) del 1994 
Capcom trae lo spunto per Marvel Vs Capcom (1998) dove i supereroi Marvel affrontano in matti tornei i personaggi della casa di Kyoto, questo originò tutta una serie di progetti come Capcom Vs SNK (2000) e Tatsunoko Vs Capcom (2008) con roaster molto grandi e grande longevità.

Marvel vs Capcom fu il primo di una serie di fortunati Crossover

Nel 1996 -complice il fatto di annoverare fra le sue fila alcuni dei più geniali programmatori videoludici del sol levante, 
Shinji Mikami crea per l’azienda la serie “Survival Horror” Biohazard (Resident Evil), un gioco rivoluzionario per l’epoca nel fatto di intendere la violenza ed il terrore nei videogame.


La serie si rivelò la “gallina dalle uova d’oro” per Capcom, che tutt’oggi deve la sua metamorfosi da azienda a corporazione, grazie appunto a Street Fighter e a Resident evil; solo di quest’ultimo si contano 9 episodi “canonici” ma con un quantitativo di spin-off pari a 40 giochi, ed una vendita di quasi 61 milioni di unità in tutto il mondo.


Ciò spinse Capcom negli anni a sfruttare non solo questo brand, ma anche il suo sistema di gioco (fatto di telecamere fisse e fondali pre-renderizzati) su altri titoli ed altri universi narrativi come Dino Crisis (1999); dopo aver esaurito la serie di zombie con una trilogia su PSone ed altre piattaforme quali il Sega Saturn, il Nintendo 64 ed il PC, l’azienda tenta di sviluppare il quarto capitolo sulle console della generazione successiva, ma Mikami -ormai diventatone il Producer- firma un contratto di esclusiva con Nintendo, la cui potente Gamecube avrebbe dato nuovo lustro alla serie… fallendo però miseramente.
Due furono gli episodi sviluppati per questa console, fra cui ricordiamo il magnifico Remake del primo capitolo, ed un prequel chiamato Resident Evil 0.

Rilanciato dalla versione "remaster" il remake di Resident Evil vide la luce su Nintendo Gamecube

Nel frattempo i possessori di PS2 si godettero nuovi progetti basati sulla struttura della serie principe come Devil May Cry (2001), Onimusha (2001) ed un pallido ritorno del brand con Resident Evil Outbreak, che avrebbe dovuto essere il primo gioco della serie Online ma che arrivò in Europa mutilato a causa della mancata presa sul pubblico dell'adattatore di rete per la console.

Il manuale delle realeases all'epoca annoverava
Outbreak e  Dante's Awakening


Declino (?)
Ormai la buona stella di CAPCOM cominciava ad affievolirsi, complice l’EMIGRAZIONE vera e propria di talentuosi registi e producer come Mikami, Hideki Kamiya e Keiji Inafune. Ognuno di loro impegnato nella creazione di proprie Software House; negli anni 2000 Capcom riuscì ad infilare dei buoni colpi: ricordiamo Monster Hunter (2004) che dopo la prima su Ps2 rivelò tutta la sua potenzialità con PlayStation Portable e Wii, Dead Rising (2006) sulla neonata XBox 360, e 
Lost Planet (2007).


C’è da dire che Resident Evil 4 scosse il mondo dei videogame, trasformandosi da Horror in cui si dovevano evitare i nemici in action-shooter in terza persona, con un sistema di controllo tale da influenzare molti shooter dal 2005 a venire.

Nato per la sesta generazione di console Re4 finì per influenzarne anche la settima 

Ultimi anni
Negli ultimi anni, causa una mentalità distante del mercato giapponese dai gusti occidentali, Capcom decide di voler “standardizzare” i propri titoli collaborando con major americane… i risultati si visualizzano nel migliore dei casi in titoli come Dead Rising 2 (2010) sviluppato con la canadese Blue Castle Games, che tuttavia non si rivelò geniale come il primo.


Nel migliore dei casi il reboot di Devil May Cry denominato DMC (2013) si rivelò interessante a livello di trama, ma deludente sotto il profilo commerciale. 
Resident Evil 6 -ennesimo sequel della gallina Capcomiana- aveva la trama più intricata dell'intera serie, ma si rivelò un flop. 
Una nota positiva fu l’uscita di Remember Me (2013) sviluppato dai francesi Dotnod dalle interessanti meccaniche e da una trama in apparenza semplice, in grado di dipanarsi fino a raggiungere una buona qualità narrativa.

Remember Me fu l'unico gioco del periodo ad aver osato di più. I Dotnod del resto esplosero con Life is Strange 

Nel Luglio 2014 l’azienda dichiarò che i dati finanziari non erano stati molto incoraggianti.

Età attuale
L'occidentalizzazione della casa di Osaka ebbe un effetto evidente sul suo stile attuale.
Se frachise come Street Fighter mantennero la loro identità stilistica, la più evidente fu Resident Evil VII: Biohazard (2017) che presentava personaggi meno stilizzati del passato e col passaggio dalla terza alla prima persona.

Il settimo capitolo tornò sui binari del Survival Horror dopo la svolta totalmente action del capitolo precedente

Capcom produsse poi i remake dei due capitoli della trilogia originale su PSOne, Resident Evil 2 REmake (2018) e Resident Evil 3 REmake (2019) di cui parlavamo QUI.
Questi ultimi prodotti grazie al RE Engine, motore grafico proprietario della leggendaria casa di Osaka

-Nero-

6 commenti:

  1. Ti sei messo di sana pianta eh? La Capcom ha fatto storia e c'è poco da aggiungere. Residente Evil e Street Fighter poi sono icone

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    1. Vorrei continuasse a farla la storia.... ma purtroppo oggi il mercato è nelle mani dei team Indie. Che spesso hanno delle ottime idee, e riescono a svilupparle

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  2. Sai che forse non ho mai giocato ad un gioco della Capcom?

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    1. E' ben difficile... allora ti chiederei a cosa hai giocato. Non li ho elencati tutti tutti

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  3. Bell'articolo, conciso ma esauriente.
    Ammazza quanto spin off per RE, ne conoscerò 1/5 ma meglio così perché la maggior parte fanno schifo 😝
    Non era male Umbrella Chronicles, fino a che non mi sono bloccato e i Revelations, anche se ho giocato solo al primo, dove finalmente si metteva da parte la fastidiosa azione del 5 e del 6 e si torna al survival. Il 4 sarà anche shooter ma c'era ancora quel minimo di survival che non offendeva i primi 3 capitoli.
    Anche quello con la pistola non faceva schifo ma confronto a Time Crisis o The House of the Dead era 'na chiavica.
    Forse anche Outbreak con l'online sarebbe stato valido.
    Monster Hunter per PSP mi piaceva, un Pokemon maturo ma alla lunga stancava, almeno a me che non amo gli open world e la caccia in questo genere mi annoia sempre. Bisognava "studiare" troppo.
    Lost Planet avrei sempre voluto recuperarlo ma su un forum me ne hanno parlato male.
    Dead Rising l'ho mollato dopo qualche minuto di gioco, per fortuna lo avevo scaricato. Troppa azione/combattimenti, nonostante ami gli zombie. Manco mi ricordavo fosse Capcom.
    DMC boicottato a prescindere perché odio i reboot.
    Remember Me gran bel gioco, troppo lineare per molti ma per me quella è un'ottima cosa!

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    1. Hai citato molte perle che non ho descritto :)

      Revelation è considerato un ritorno al survival per la serie, e anche se non ho giocato al secondo capitolo non è male. Personalmente c'è stato un periodo a cavallo fra il 2000 e il 2006 in cui capcom pompava forte su questi giochi, ed ha dato il meglio. Poi ha cambiato Inevitabilmente obbiettivi. Comunque Re6 a scapito della bruttezza generale, ha la trama piu intrecciaya della serie dopo. resident Evil 2!

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