martedì 11 settembre 2018

Spiderman - Black Issue (11 Settembre 2001)

Ci sono Eventi che segnano un epoca, determinano l'esito delle guerre e cambiano il senso comune di una società.

L'11 Settembre 2001 è uno di questi eventi, un vero colpo allo stomaco per il mondo occidentale, 
ed è ancora più che mai attuale nel descrivere il termine "Terrorismo".

La società americana fu così fortemente colpita dalla tragedia che non sorprese la volontà di Marvel di volerla
celebrare in rispetto alle vittime, usando il suo supereroe più presente nella cultura popopolare di New York. 

Spiderman.




La Copertina dell'albo si presenta totalmente
nera, a lutto.
L'unica eccezione sta nel titolo della testata:
"The Amazing Spider-Man Volume 2 #36", oggi denominata come "Black Issue".




La storia si apre con Peter nel suo giro di ronda sui tetti di New York, per poi sbattere in faccia al lettore
una splash page del crollo delle torri, in pieno Ground Zero. 




Peter aiuta i pompieri ad estrarre i corpi dei sopravvissuti dalle macerie tutto questo avviene nel più assoluto silenzio: niente onomatopee, solo poche spiegazioni date dalle didascalie.



Possiamo osservare con agghiacciante realismo la disperazione delle vittime, e il dolore di alcuni
Supereroi, spezzati nell'animo dall'evento; come Capitan America, simbolo del paese e fervente credente 
del sogno americano, che viene descritto secondo la visione che Peter ha di lui in quel momento.



Altri eroi della casa delle idee fanno la loro comparsa, come Occhio di Falco, Thor, Ciclope e Wolverine.
Sullo sfondo vediamo muoversi alcuni dei Villain dell'universo Marvel: dal Fenomeno al Dottor Octopus a Magneto.



Quello che appare eccessivamente forzato nella storia, è uno degli espedienti narrativi escogitati per far comprendere al meglio la costernazione dell'accaduto; il più discusso è certamente le lacrime  che Dottor Destino versa a metà albo.



Victor Von Doom parlando con Kingpin afferma di dolersi per questo evento, piangendo per la sorte delle vittime.
Un gesto non naturale da parte del Dottor Destino, personaggio da sempre avverso agli Stati Uniti... ma tutto ciò che ha più valore simbolico che narrativo;
un Cattivo che piange le vittime del paese nemico.



Eroi e cattivi accomunati -per una sola volta- da un lutto nazionale che tutti li tocca, nessuno escluso.

In tutto questo i veri eroi vengono descritti nelle tavola qui in basso: Pompieri, Paramedici e Poliziotti.
Gente normale che Spidey stesso definisce
"Gli eroi che l'America merita davvero"




Dietro le quinte:
La storia è sceneggiata da J. Michael Straczynski e affidata alle matite di John Romita Jr.
che ha curato per anni le tavole di Spidey nel ciclo di storie che vanno dalla seconda metà degli anni '90 ai 2000 e che era apparso in un cammeo speciale in Spiderman 2 diretto da Sam Raimi.



John Romita Sr suo padre -conosciuto come l'uomo che "inventò Mary Jane Watson e uccise Gwen Stacy"-
descrisse così lo stato d'animo del figlio: 

<<E' stato molto intenso per lui, ogni tanto prendeva delle pause perchè gli veniva da piangere. Credo che questa sua intensità emotiva sia stata trasmessa attraverso le tavole dell'albo>>.

John Romita Jr.

Del resto la famiglia Romita era molto legata a New York avendo abitato nel Queens per diversi anni, e John Romita Jr.
aveva scelto Spidey come suo eroe preferito già in tenera età, rispecchiandosi nel personaggio di Peter Parker.

In conclusione questo numero di Spiderman appare molto ben realizzato nella sua drammaticità, nel suo fine auto-celebrativo e se vogliamo, anche nella sua pretesa tipicamente Yankee nel descrivere un evento del genere.

Tragedia è dir poco con la morte di 2.996 persone, non solo semplici Americani ma soprattutto esseri umani.
Quali che siano le motivazioni politiche o sociologiche degli autori una grande lezione arriva dalla bocca
di Spiderman diretta al lettore:

"Non facciamo come loro, o la guerra è perduta prima di cominciare. Non lasciamo affogare la ragione nel sangue."

Sancendo una pace che non sfocerebbe in odio, non pretendendo vendetta.
Anche a distanza di quasi vent'anni dall'evento, la parabola risulta oltremodo azzeccata.

11 Settembre 2001


-Nero-

6 commenti:

  1. J. Michael Straczynski idolo, dopotutto ha lavorato anni su He-Man.
    Albo spettacolare, io lo considero fuori serie, proprio per via delle forzature. È un grande omaggio all'America e al Sogno Americano, così fortemente colpito.

    Moz-

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    1. Di più. Non è solo un grande colpo al sogno americano, ma la sua definitiva morte: se alla fine degli anni 50 alciluni miti ed eroi erano stati detronizzati e negli anni 80 si erano appianate le divergenze con la fine della guerra fredda, le torri gemelle hanno spazzato via l'illusione di un America invincibile ed intoccabile. La sicurezza era venuta meno, e si è trovato un nuovo nemico a livello societario, per provare a combattere la paura.

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  2. La lessi ai tempi, una bella iniziativa per ricordare la tragedia.

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  3. Torno a commentare questo albo non solo per il ventennale ma soprattutto per la scena di Doom.
    Ovviamente nell'internerd molte pagine hanno celebrato l'anniversario proprio con tavole tratte da questo albo, compreso me, e si finisce inevitabilmente per leggere commenti su Doom e Magneto, sull'ipocrisia e la retorica di questo albo. Retorico indubbiamente ma davvero si può pensare che un editore di fumetti americano, con sede proprio a New York potesse restare impassibile di fronte ad un evento come questo? Sull'ipocrisia e le forzature poi... non saprei davvero come definire questi lettori se non analfabeti funzionali, da gente che di solito si atteggia con superiorità perché "acculturati" rispetto alla massa personalmente mi aspetto di più, anzi ormai non mi aspetto più niente. Come dici tu è Doom che piange una strage del genere è simbolico, questa è metanarrativa, la realtà che prende sopravvento sulla fantasia, le analisi sulle incongruenze "narrative" lasciamole per altre storie, che tanto pure lì ce ne sarebbe da ridire.
    Detto ciò sembra che l'America, che indipendentemente da complotti veri o presunti ha una bella fetta di colpa in quanto è successo, debba subire senza diritto di replica, come se gli americani non abbiano diritto di piangere gli innocenti coinvolti e morti in questo ma anche in altri attentati. Come se ogni singolo americano sia colpevole.

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    1. Si, infatti come spiegai all'epoca, il valore simbolico di personaggi da sempre avversi all'umanità o ad un paese, rappresentano solo ed unicamente un simbolo di cordoglio. Non è Doom che piange la strage di ground zeroes, è la Marvel stessa.

      Ottimo intervento, Arcangelo

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