Oggi il fenomeno cosplay è entrato a far parte della cultura popolare,
Alcune persone ne hanno fatto una professione, altri la considerano solo un hobby... recentemente hai avuto la fortuna di intervistare la famosa cosplayer italiana Milena Vigo in merito all'argomento.
Foto di Tomas Lui (Reflex Studio) |
1. Come hai scoperto questo mondo?
Nel lontano 2007 iniziai a lavorare presso le fiere del fumetto come standista. Vendevo vestiti ed accessori in stile J-Rock, Gothic Lolita ed affini.
Sin dalle prime fiere diventai amica di numerosi cosplayer facenti parte di un associazione che organizzava eventi e gare chiamata A.Na.Co (Associazione Nazionale Cosplay)
e cominciai passare del tempo con loro anche fuori dalle fiere, tra un raduno e un altro mi chiedevano sempre di iniziare a fare qualche cosplay con loro.
Ogni volta ringraziavo per l'interessamento nel coinvolgermi ma declinavo, dicendo che questo non era sicuramente un hobby per me.
Sin dalle prime fiere diventai amica di numerosi cosplayer facenti parte di un associazione che organizzava eventi e gare chiamata A.Na.Co (Associazione Nazionale Cosplay)
e cominciai passare del tempo con loro anche fuori dalle fiere, tra un raduno e un altro mi chiedevano sempre di iniziare a fare qualche cosplay con loro.
Ogni volta ringraziavo per l'interessamento nel coinvolgermi ma declinavo, dicendo che questo non era sicuramente un hobby per me.
Milena nei panni di Eva da Metal Gear Solid 3: Snake Eater Foto di Roberto Bevilacqua |
Fin da piccola ho sempre amato il cinema e la passione per la recitazione mi ha trasmesso la voglia di emozionare le persone. Ecco perchè, dopo alcuni mesi,
decisi di organizzarmi in segreto con un amico per preparare il mio primo, e per quel che credevo ultimo, costume: Eva del noto terzo capitolo del videogioco Metal Gear Solid, saga di cui sono sempre stata innamorata.
Per poter fare una sorpresa a tutti, e non farmi riconoscere mi presentai in fiera con il casco, che Eva usa nelle prime scene del gioco,
Preparai questo costume in modo davvero provvisorio, servendomi di pezzi pre-realizzati, acquistati in vari negozi militari e bancarelle, e chiedendo ad un amico di aiutarmi a modificarli.
Non dovevo assolutamente farmi riconoscere, ma non avevo molto tempo per cercare una soluzione funzionale, quindi la sera prima, verniciai la visiera del casco all’interno con un acrilico nero,
il risultato fu che la mia visibilià una volta indossato sarebbe stata quasi pari a zero!
decisi di organizzarmi in segreto con un amico per preparare il mio primo, e per quel che credevo ultimo, costume: Eva del noto terzo capitolo del videogioco Metal Gear Solid, saga di cui sono sempre stata innamorata.
Per poter fare una sorpresa a tutti, e non farmi riconoscere mi presentai in fiera con il casco, che Eva usa nelle prime scene del gioco,
Preparai questo costume in modo davvero provvisorio, servendomi di pezzi pre-realizzati, acquistati in vari negozi militari e bancarelle, e chiedendo ad un amico di aiutarmi a modificarli.
Non dovevo assolutamente farmi riconoscere, ma non avevo molto tempo per cercare una soluzione funzionale, quindi la sera prima, verniciai la visiera del casco all’interno con un acrilico nero,
il risultato fu che la mia visibilià una volta indossato sarebbe stata quasi pari a zero!
Pensai subito che non fosse più importante, quanto lo fosse il non farmi identificare prima del dovuto.
Milena nei panni di Nina Williams da Tekken 7 Foto di Chiara Santaterra |
A questo punto, totalmente bardata mi iscrissi alla gara, con un nome fasullo, in silenzio, e partecipai.
Nessuno sospettava nulla, finchè durante l’interpretazione della scena sul palco, tolsi finalmente il pericolosissimo casco per rivelare la mia identità!
Ci fu un boato incredibile, i miei amici erano felicissimi di vedermi li, finalmente convinta a condividere la loro passione.
Ed indipendentemente da tutto, la nostra interpretazione ci fruttò anche un premio!
Fu così grande la soddisfazione che ben presto capii quanto queste cose in realtà facevano anche per me, che amavo sorprendere, divertire ed emozionare gli spettatori. Per questo
decisi di continuare, e pian piano ciò che era iniziato come uno scherzo diventò un hobby, e poi un lavoro che svolgo tutt'ora.
2. Hai dei personaggi preferiti? Ami qualche titolo in particolare fra i videogiochi?
I miei videogiochi preferiti sono da sempre i Survival Horror, ma non disdegno gli action e le avventure.
Non riesco a godermi saghe dove non vi sia una storia emozionante da vivere, giocando.
I miei videogiochi preferiti sono da sempre i Survival Horror, ma non disdegno gli action e le avventure.
Non riesco a godermi saghe dove non vi sia una storia emozionante da vivere, giocando.
Per questo motivo principalmente ho interpretato personaggi derivanti da quelli che definisco capolavori come Silent Hill, Resident Evil, Metal Gear Solid e tanti altri
Nel 2010 ho iniziato ad interpretare Jill Valentine per Umbrella Italian Division, e potrei definire questo il personaggio a cui mi sento più legata. Sono quasi 10 anni che ne vesto i panni, sono praticamente cresciuta con lei, e in un qualche modo lei è cresciuta con me.. In tutto questo tempo ho potuto studiare bene questo personaggio, i suoi enormi cambiamenti ed ogni sfaccettatura della sua personalità, per poterlo portare in scena al meglio nei nostri spettacoli.
Milena Vigo nei panni di Jill Valentine Foto di Carlo Brozzo |
3. C'è mai stato un make up particolarmente difficile da realizzare per te?
Non ci sono make up o costumi che ricordo come i più difficili che abbia mai fatto, ogni trucco ed ogni cosplay presentano difficoltà diverse, e ti costringono a ragionare in modo ingenoso su come ovviare a problemi imprevisti.
Sicuramente le cose più difficili le ho realizzate per altri, makeup da 4/5 ore o armature in resina da progettare e carteggiare per giorni, scenografie per esibizioni di amici in gare internazionali.
Mi ha sempre fatto piacere rendere felici le persone e sperimentare nuove tecniche , ma indubbiamente metto più impegno e cura nei lavori che faccio per il prossimo, che nei miei.
In fondo io sono io, e posso sempre sistemare un pezzo o ritoccarlo dopo, se sono scontenta di come l'ho realizzato la prima volta.
Non ci sono make up o costumi che ricordo come i più difficili che abbia mai fatto, ogni trucco ed ogni cosplay presentano difficoltà diverse, e ti costringono a ragionare in modo ingenoso su come ovviare a problemi imprevisti.
Sicuramente le cose più difficili le ho realizzate per altri, makeup da 4/5 ore o armature in resina da progettare e carteggiare per giorni, scenografie per esibizioni di amici in gare internazionali.
Mi ha sempre fatto piacere rendere felici le persone e sperimentare nuove tecniche , ma indubbiamente metto più impegno e cura nei lavori che faccio per il prossimo, che nei miei.
In fondo io sono io, e posso sempre sistemare un pezzo o ritoccarlo dopo, se sono scontenta di come l'ho realizzato la prima volta.
Milena nei panni di Cammy White da Street Fighter Foto di Vincenzo Tocci |
4. Come realizzi di solito i tuoi costumi?
Uso ed ho usato sempre tantissimi materiali come forex, resina, plastazoto, legno, foam... ma non solo.
Se si analizza un mio costume è possibile scoprire anche l'impiego dei materiali più improbabili, perchè ancora oggi adoro riciclare oggetti per trasformarli in quello che non sono. Tanti anni fa, quando ho iniziato, non esistevano negozi di materiali per cosplayers perciò l' unico modo che avevi per creare un costume era quello di inventarti come lavorare un materiale trovato in giro che non era originariamente fatto per questo scopo e renderlo quel che volevi che fosse. Questo aspetto stimolava moltissimo la creatività ed era divertentissimo per me.
Uso ed ho usato sempre tantissimi materiali come forex, resina, plastazoto, legno, foam... ma non solo.
Se si analizza un mio costume è possibile scoprire anche l'impiego dei materiali più improbabili, perchè ancora oggi adoro riciclare oggetti per trasformarli in quello che non sono. Tanti anni fa, quando ho iniziato, non esistevano negozi di materiali per cosplayers perciò l' unico modo che avevi per creare un costume era quello di inventarti come lavorare un materiale trovato in giro che non era originariamente fatto per questo scopo e renderlo quel che volevi che fosse. Questo aspetto stimolava moltissimo la creatività ed era divertentissimo per me.
5. Cosa ne pensi dell'ambiente cosplay odierno?
Da molti anni ormai, l'Italia è un paese che vanta cosplayers di altissimo livello, e fiere enormi di fama internazionale come ad esempio Lucca Comics.
Credo che da quando quest' hobby venne portato in Italia da Giorgia, Roberto, Pamela ed altre tre ragazze, sia cresciuto davvero
tantissimo.
Da molti anni ormai, l'Italia è un paese che vanta cosplayers di altissimo livello, e fiere enormi di fama internazionale come ad esempio Lucca Comics.
Credo che da quando quest' hobby venne portato in Italia da Giorgia, Roberto, Pamela ed altre tre ragazze, sia cresciuto davvero
tantissimo.
Purtroppo col passare degli anni, tutto si modifica, e con l'ampliarsi ed il commercializzarsi del fenomeno, molto di questo ambiente a mio parere ha finito per rovinarsi.
Era iniziato come un modo per divertirsi e divertire i propri amici, stimolare la propria creatività e fare nuove amicizie in un ambiente sano, privo di reale competizione.
Le persone si aiutavano, non vi era businness -e nessuno voleva apparire come una star- ma tutti amavamo essere apprezzati per il sudore speso sui nostri folli progetti.
Milena nelle vesti di Lara Croft in Shadow of the Tomb Raider. Foto di Spy-Digital Photo Art |
Attualmente non viene quasi più inteso come un hobby completo, che parte dalla progettazione e realizzazione dal proprio costume
-ma assume sempre più similitudini al modeling- poichè
la maggior parte delle persone preferisce acquistare o commissionare il proprio cosplay ed esibirsi semplicemente con esso sfilando sul palco.
-ma assume sempre più similitudini al modeling- poichè
la maggior parte delle persone preferisce acquistare o commissionare il proprio cosplay ed esibirsi semplicemente con esso sfilando sul palco.
Si era quasi tutti amici, e se qualcuno creava dei flame veniva allontanato dalla community e dai forum sui quali discutevamo di cosplay ed argomenti affini al mondo nerd... non idolatrato o fomentato.
Io ho fatto di quest'hobby un lavoro.
Ma non sono partita dal principio con l'idea di rendere quest'hobby qualcosa di più di ciò che era.
E' stata l'esperienza nel campo dell'intrattenimento, della recitazione, e nella costruzione dei miei costumi, spesso semplici ma efficaci,
ad avermi portata ad intraprendere un percorso lavorativo.
Poter lavorare con le case dei videogiochi che ho sempre amato, e recitare al fianco di alcuni dei miei miti, sono state soddisfazioni enormi per me.
Ma non sono partita dal principio con l'idea di rendere quest'hobby qualcosa di più di ciò che era.
E' stata l'esperienza nel campo dell'intrattenimento, della recitazione, e nella costruzione dei miei costumi, spesso semplici ma efficaci,
ad avermi portata ad intraprendere un percorso lavorativo.
Poter lavorare con le case dei videogiochi che ho sempre amato, e recitare al fianco di alcuni dei miei miti, sono state soddisfazioni enormi per me.
In Conclusione, se siete interessati ai lavori di Milena, questi sono i canali dove seguirla:
-Facebook Page
-Facebook Page
-Twitch:
-Instagram
www.instagram.com/morrigan_lynx
www.instagram.com/morrigan_lynx
-Website
www.milenavigo.com
twitter.com/MilenaVigo
-Nero-
Complimenti Milena, sarebbe bello vederti nei panni di una delle figure femminili di Death Stranding :)
RispondiEliminaPromossa per Cammy! Non amo il mondo del cosplay, e men che meno il survival horror. Ma Cammy ci sta tutta.
RispondiEliminaMoz-