Occhiali da sole perennemente inforcati, lingua tagliente e atteggiamenti da rockstar, è così che mi piace ricordare Tomonobu Itagaki, uno dei programmatori più geniali e sregolati comparsi sulla scena a metà degli anni '90, recentemente scomparso.
Con l'uscita di Ninja Gaiden 4 ad opera di Platinum Games, ho deciso di scrivere finalmente un articolo sulla sua vita e sulle sue opere (simile a quello che feci per Shinji Mikami che nel pezzo che potete leggere QUI), in quanto in seguito ho giocato ultimamente alla serie Ninja Gaiden su Xbox.
Pronti?
Partiamo!
Tomonobu Itagaki e gli inizi nel mondo dei videogiochi
Questo vi darà un idea del personaggio.
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Captain Tsubasa 4: Pro no Rival Tachi fu il primo gioco su cui lavorò Itagaki |
Uno dei suoi primi compiti nel mondo dei videogiochi risale al 1993 e riguarda uno dei titoli per SNES di Capitan Tsubasa, il suo lavoro viene aspramente criticato. Ma è nel 1996 che avviene la sua prima consacrazione grazie all'uscita del primo Dead or Alive su Playstation.
Tomonobu Itagaki e Dead or Alive
Il gioco in questione, uno dei primi picchiaduro 3D del periodo, presenta diverse novità che lo distingue da concorrenti come Virtua Fighter e Tekken come le "Danger Zone", aree in cui scagliare letteralmente gli avversari per infliggergli più danni.
Ma ciò che lo contraddistingue maggiormente è l'avvenenza e prosperosità delle protagoniste femminili, protagoniste che nei picchiaduro precedenti a Dead or Alive si erano già viste (basti pensare Cammy e Chun-Li di Street Fighter) ma qui presenti in abbondanza... e se si parla di "abbondanza" Dead or Alive fu pubblicizzata come la serie in cui i personaggi femminili sono soggetti allo "sballonzolamento del seno".
Lo stesso Itagaki dichiarò in più occasioni che il suo concetto di divertimento si basava su due aspetti: il gioco del Mahjong e le belle ragazze, in particolare dichiarò che Kasumi era la sua preferita, e che la considerava alla stregua di una figlia
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Con una figlia così... |
Comunque Itagaki fu curatore della serie fino al quarto capitolo, di cui curò lo sviluppo come director, ma al contempo si occupò anche di quello che considero il suo progetto più grande: il reboot di Ninja Gaiden.
Tomonobu Itagaki e Ninja Gaiden
Ninja Gaiden infatti era una serie che aveva già riscosso molti consensi su Nintendo Famicom a partire dal 1988 e giunto in Europa col nome di Shadow Warriors. La Tecmo decise inizialmente di svilupparne un rifacimento per SEGA Dreamcast, salvo poi spostarne lo sviluppo sulla nuova Xbox di Microsoft, sotto le insistenze di Itagaki stesso. Questo suscitò molte controversie da parte dei fan, soprattutto ci furono resistenze da parte del pubblico nipponico che vedeva di malaugurio una serie tipicamente giapponese spostata su una console americana. Il gioco uscì nel 2004 e non ottenne molto successo in Giappone, ma venne riconosciuto dalla critica come uno dei più grandi hack'n' slash del periodo, tale da condividere il podio con Devil May Cry della Capcom e God of War, uscito appena un anno dopo.
Il seguito Ninja Gaiden II esce quattro anni più tardi e viene acclamato dalla critica, ma non soddisfa minimamente in termine di vendite. Questo, sommato a vari problemi dovuti al carattere di Itagaki e ai dissapori col presidente Yoshimi Yasuda, portano il nostro eroe ad essere cacciato da Tecmo il 18 Giugno 2008, proprio nello stesso anno di uscita del gioco.
Tomonobu itagaki e Devil's Third
Dopo la rottura con la Tecmo, Itagaki fonda i Valhalla Studios con alcuni membri rimanenti del Team Ninja, e comincia lo sviluppo travagliato di Devil's Third, un gioco inizialmente previsto per Xbox 360 e Playstation 3, ma che vedrà la luce come esclusiva Wii U nel 2015; il gioco viene distrutto dalla critica sia sotto il profilo tecnico che di trama. Questo costringe Itagaki ad andarsene e a fondare un altra società, con il suo personalissimo studio la Itagaki Games Co. Ltd... purtoppo lo studio verrà chiuso senza effettivamente realizzare un titolo.
In seguito Itagaki muore nell'ottobre del 2025 all'età di 58 anni
Considerazioni personali
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Itagaki in posa assieme a Hideki Kamiya e Hideo Kojima |
Potremmo tranquillamente Itagaki con l'appellativo di "genio e sregolatezza", il suo amore per le belle donne e il gioco d'azzardo è pari solo alla sua lingua tagliente e carattere istrionico; famosi furono i suoi battibecchi con Hideki Kamiya riportati dalla stampa specializzata come "una guerra fra Ninja Gaiden e Devil May Cry". Itagaki criticò aspramente anche Metal Gear Solid 2 di Hideo Kojima, i tre ebbero un incontro in cui tuttavia si fecero una foto assieme, e Kamiya parlò benissimo del loro incontro (QUI la fonte)
Itagaki era famoso anche per il suo sprezzante atteggiamento anche verso i fan, una volta rispose alle critiche che vedevano Ninja Gaiden come troppo difficile con una risposta come <<se ti sembra troppo difficile, continua a giocarci finchè non ci riesci>>. Anche per questi motivi nella prima riedizione del gioco denominata Ninja Gaiden Black aggiunse una difficoltà nascosta denominata "Ninja Dog", con chiaro disprezzo verso i giocatori che l'avessero utilizzata.
Riguardo Ninja Gaiden lo giudico personalmente come il canto del cigno di Itagaki, un gioco che nel suo genere ha dei picchi di difficoltà altissimi, tali da farmi bestemmiare in croato-serbo e cinese, ma che presenta un picco stilistico che il director giapponese non raggiungerà mai più nella sua carriera artistica. Vi furono due riedizioni dei capitoli di questa serie, fra cui Ninja Gaiden Black e Sigma, ma per approfondire la serie vi rimando all'articolo dell'amico Isma sul blog Pushbutton.it che trovate QUI.
In definitiva penso che questa fosse comunque una maschera, e che Itagaki avesse sì una personalità difficile, ma fosse anche un uomo profondamente appassionato del suo lavoro.
L'eredità di Tomonobu Itagaki
A parte i brand di Ninja Gaiden e Dead or Alive ora gestiti da Koei Tecmo, Itagaki lascia nell'industria dei videogiochi un impronta stilistica non indifferente, fatta di eccessi ma anche di una tecnica incredibile. I suoi giochi non si basavano mai su una storia solida, ma la loro unicità risiedeva interamente nel comparto ludico e nel gameplay.
Con la sua morte se ne va anche un modo unico di intendere i videogiochi, che oggi forse sta venendo meno, in un mercato sempre più in crisi e sempre più a corto di presenze artistiche.
Anche per oggi abbiamo finito, alla prossima!
-Nero-
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