martedì 28 aprile 2020

Berserk - cronache di un capolavoro


<<Irresistibili, trascinanti, folgoranti: Le avventure di Guts, il Guerriero Nero, hanno conquistato i lettori di Asia ed Europa>>

Ed hanno anche quasi accompagnato all'ospizio una generazione di lettori (la tua) che seguono ormai con rassegnazione la lunghissima saga del guerriero orbo, con la flebile speranza che si accenni ad una conclusione.

Nata sulle pagine della rivista Young Animal edita da Hakusensha nel lontano 1989 la serie tankobon regolare conta 40 volumi ancora in corso di pubblicazione.

Varie sono le fonti d'ispirazione da cui il mangaka Kentaro Miura ha attinto per forgiare questo capolavoro di epicità e violenza, scopriamone alcune.



1. Lo stile visivo
Lo stile delle ambientazioni e dei mostri certamente trova fondamento in questi artisti surrealisti di cui avevamo parlato in altri articoli precedenti: Giger, Bosch ed Escher


Giger per quanto riguarda le mostruose forme apostoliche
Escher per alcune ambientazioni.
Per Bosch invece...


C'è un intera tavola ricreata nel volume 34 con tanto di Urbik, occhialuto membro della Mano di Dio, che fa capolino


C'è poi la questione sull'aspetto della demonessa Slan, lasciva
(e bona come il pane) membra del circolo della Mano. La sua chioma serpentina
è un omaggio alla medusa del Caravaggio

2. Il Contesto storico
Berserk è un manga fantasy che non si svolge in un periodo ben definito.


Grande ricerca venne fatta nel ricreare un contesto storico verosimile, mixando il periodo dei cavalieri dell'Alto Medioevo con il periodo rinascimentale.
Compaiono vari riferimenti storici dalla Guerra dei Cent'anni (combattuta fra Francia e Inghilterra a cavallo fra la fine del 1300 fino a metà del 1400), all'inquisizione spagnola.

3. I Film Ispiratori
Non è un mistero che Miura si sia ispirato anche a film per comporre la sua opera magna.
In particolare ai Cenobiti presentati da Clive Barker nella sua novella "Hellbound Heart" e poi trasposta nella saga di Hellraiser.


Simili sono le modalità con cui questi esseri soprannaturali vengono evocati con l'ausilio di un manufatto (il Beherit per La Mano di Dio, la Scatola di Lemarchand per i Cenobiti).


Lo stile grafico è chiaro, riprende molto il look ed i membri che compongono il gruppo sono sempre quattro.
Le somiglianze più evidenti con i membri della mano sembrano essere quella fra Void, il decano del gruppo, e il Cenobita muto Chatterer


Oppure quella fra Urbik e il disgustoso Butterball, anche lui provvisto di occhiali (c'hanno gli ottici pure all'inferno? *MAH*...).



Il quinto è Phempt, cioè Griffith.
ma nel suo caso l' aspetto è probabilmente ricalcato su quello del protagonista del film "The Phantom of Paradise" di Brian De Palma.


A tal proposito i cenobiti si distinguono solo nel numero dalle controparti cartacee.
Ma nella novella originale sono in verità cinque, l'ultimo è noto come "Ingegnere" che interviene nel racconto di Barker come Deus Ex Machina finale.


Miura si lasciò influenzare deliberatamente anche dal
Nome della Rosa film con Sean Connery basato sul romanzo omonimo di Umberto Eco, questa cosa è chiaramente visibile nei capitoli della condanna.


Oltre a questo le atmosfere di Conan il Barbaro e del Ladyhawke di Richard Donner hanno contraddistinto la maggior parte delle situazioni all'interno della storia: il primo per la devastante violenza, il secondo per la storia romantica.

Un Guerriero Nero che di notte si trasforma in lupo? Chi vi ricorda?
Sebbene i punti in comune con la Saga di The Evil Dead siano molti, l'autore ha sempre smentito un collegamento. Ash Williams infatti possiede un braccio meccanico ed un fucile sulla schiena, ma va detto che l'Armata delle Tenebre uscì nel 1992 quando Berserk era già in corso di pubblicazione.

**Tho!!!**

4.
L'idea del Dio

Il capitolo 83 è stato un importante scoperta su alcuni punti oscuri della mitologia Berserkiana: pubblicato originariamente sulla rivista Young Animal venne escluso dalla raccolta dei volumi, giungendo nel resto del mondo solo tramite internet anni più tardi.


Collocato temporalmente durante l'Eclisse in cui Griffith è ancora in mutazione, ci racconta del suo incontro con una misteriosa entità che si definisce "l'idea di Dio" e che dimora all'interno della spirale dell'inferno. Il capitolo venne probabilmente eliminato perchè l'autore sentiva che utilizzando un icona così forte come un Dio e presentandolo di persona, si sarebbe andato a perdere quel senso di vago e spiritico che l'opera aveva instaurato.

Come disse lo stesso Miura in questa intervista nel 1996
Fonte e traduzione: Berserk Chronicles

Non è un caso che un concetto simile esista anche in Hellraiser, sebbene appena accennato.
E' quella scena del secondo capitolo dove all'interno della dimensione del Labirinto si materializza una gigantesca copia del cubo di Lemarchand, allora Julia pronuncia queste esatte parole:


Il che ci porta a pensare che i Cenobiti del cubo non fossero -com'è avvenuto poi- entità puramente sadiche guidate da quella testa di spillo, ma messaggeri <<angeli per alcuni, demoni per altri>> di una volontà superiore, che si nutriva delle sofferenze dei torturati.
Angeli o Demoni è una descrizione che viene rivolta dagli apostoli verso i 4 della mano.
Che Miura si fosse ispirato a questo passo?
Probabile, anche se non lo sapremo mai


Di certo "Dio" nel corpus della storia rimane, e proprio per bocca di Void viene nominato per la prima volta, per poi essere ricordato negli episodi successivi dalla strega Flora.



5. Fra libri e fumetti
Sono troppi. Ma possiamo elencarne qualcuno
(se li elenchiamo tutti fàmo notte):

Partiamo con il maestro Osamu Tezuka, il cosidetto
"Dio dei Manga" autore della Principessa Zaffiro, Astro-Boy e Kimba il leone Bianco


Alla fine degli anni '60 Tezuka serializza Dororo e Hyakkimaru, storia di questo samurai che da neonato viene venduto ai demoni come sacrificio, e a cui vengono portate via diverse parti del corpo, costringendolo a vivere come un automa.


Per riavere indietro le parti del suo corpo Hyakkimaru deve affrontrare i demoni. E' accompagnato nel suo viaggio dal piccolo ladro Dororo che funge da osservatore della storia. Il che ricorda molto da vicino la prima struttura di Berserk col rapporto fra Guts e il piccolo elfo Puck, spettatore passivo degli eventi.



Per secondo Go Nagai. Autore di Mazinga Z, Kotetsu Jeeg e soprattutto di Devilman.


Devilman, questo affresco grottesco di violenza in cui la società umana viene dipinta come un male persino peggiore dei demoni dell'inferno.
In quest'opera Nagai affronta il rapporto dell'amicizia e dell'amore, e troneggiano le figure di Ryo Asuka
e del protagonista Akira Fudo. Che sono perfetti contraltare del rapporto fra Guts e Griffith.


Sospetti addirittura che la fonte della forza "cinetica" di alcune scene di Berserk sia preso di peso da queste tavole, che hanno pressapoco lo stesso impatto emotivo.


Ultimo - ma non ultimo- la Saga di Guin, serie di romanzi fantasy scritti dall'autrice Kaoru Kurimoto e cominciata nel 1979 con all'attivo 130 volumi.


L'opera parla di Guin, guerriero nato con la testa di un leopardo.
Di più non sai sinceramente... se non che questa lunga serie di light novel ha avuto ben tre trasposizioni manga ed ha ricevuto l'apporto illustrativo del grande, immenso, mai troppo lodato
Yoshitaka Amano.


In Conclusione
Vuoi ringraziare il blogger Miki Moz (QUI il suo blog) e lo staff del vecchio Berserk Chronicles per averti fornito alcuni materiali ed aver alimentato la tua curiosità verso la saga di Berserk.
Sperando di non scrivere un domani da dietro le mura di un ospizio, continuiamo a goderci le avventure del guerriero nero creato dal mangaka Kentaro Miura.
-Nero-

2 commenti:

  1. Ottimo viaggio all'interno di un mondo che adoro.
    Berserk mi piace così tanto proprio perché trae forza e ispirazione da tanti miei cult occidentali, siano essi artisti o opere cinematografiche.
    La forza di Berserk è proprio quella di aver mixato un gusto orientale con tutto ciò che era figo negli anni '80, e con l'arte e la cultura europee.
    Un capolavoro come pochi, non ha rivali fra i fumetti.

    Moz-

    RispondiElimina
  2. hai detto tutto scrivendo un pezzo lungo solo all'apparenza. Fatto molto bene. Beh che dire? C'è tutto quello che mi aspettavo e tu l'ha riproposto in maniera fresca e pulita, cercando di mettere tutto e di non dimenticare proprio nulla.

    RispondiElimina